Tali episodi di manipolazione del vino, vietati o addirittura dannosi, risalgono a tempi remoti. Si cerca di "migliorare" la qualità attraverso additivi non autorizzati o di fingere una falsa identità attraverso manipolazioni come l'etichettatura fraudolenta o l'assemblaggio con vini inferiori, aggirando le normative sul vino. Di seguito sono descritte le più spettacolari ed estese contraffazioni di vino dei tempi moderni:
Negli anni '60, i vini italiani divennero popolari, soprattutto in Germania, grazie al fatto che l'Italia era diventata una popolare meta di vacanza in quel periodo, e vennero importati milioni di ettolitri. Tra questi c'erano i prodotti più economici di presunti marchi come il Chianti (nelle kitsch damigiane avvolte nel bastone), il Lambrusco e il Valpolicella, che non avevano mai visto le regioni di coltivazione interessate. Molti erano arricchiti con zucchero e acqua, impreziositi da sangue bovino e dalla mucillagine vegetale agar agar (ricavata dalle alghe) e la lucentezza ardente veniva creata aggiungendo gesso. Furono denunciati oltre 200 adulteratori di vino, alcuni dei quali avevano utilizzato anche acqua di fiume e brodo di fichi o banane avariati per addolcire il vino. Evidentemente la legge sul vino introdotta nel 1963 con il sistema delle DOC non era ancora entrata in vigore.
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Thomas Götz
Weinberater, Weinblogger und Journalist; Schwendi